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Food Industry: Trend e prospettive future di mercato

Climate change, globalizzazione, salute, lifestyle: sono i 4 trend che caratterizzeranno l’industria food & beverage nel 2023 secondo i dati Ipsos rilasciati a dicembre 2022.

Secondo Enrica Tiozzo, Senior Client Officer di Ipsos la vera soluzione rivoluzionaria in questo contesto saranno le c.d. vertical farm: si tratta di centri di autoproduzione di cibo realizzabili ovunque e che mirano a riprodurre le condizioni ambientali e sistemiche ideali per la crescita di vari tipi di piante e ortaggi. Per questo motivo sono dette anche skyfarm perché si può trattare di grattacieli ma anche si edifici “ibridi” ovvero con diverse soluzioni (anche abitative) all’interno che coesistono con la vertical farm.

Nelle parole dell’AD di Fiere di Parma Antonio Cellie, invece, le maggiori tendenze si rinvengono nella nuova voglia di accorciare la filiera produttiva (il “farm to fork”) e di ridurre la carbon footprint.

In generale il trend attuale è la ricerca dell’innovazione. Ma quali sono le condizioni attuali di mercato e soprattutto le prospettive future?

IL MERCATO FOOD & BEVERAGE OGGI

Negli anni scorsi, nonostante le stime iniziali e i primi mesi molto complessi del lockdown, il mercato food & beverage si rivelò fra quelli maggiormente in grado di fronteggiare l’impatto della pandemia: a titolo esemplificativo, nel 2020 in Italia i fatturati sono cresciuti, arrivando ad avere lo 0,8% in più rispetto ai valori economici macro (che invece hanno registrato un overall pari a -8,9%).

A risultare dirimente negli ultimi mesi è stata senza dubbio la situazione politico-economica mondiale e le difficoltà nell’approvvigionamento di gas e materie prime in ragione del conflitto Russia-Ucraina. Questo ha di certo comportato un rallentamento della crescita del settore, in particolare nel comparto ho.re.ca. (hotel, ristoranti, catering).

Secondo gli ultimi dati Istat relativi alle vendite al dettaglio di ottobre, il settore food & beverage ha segnato un calo pari allo 0,4% rispetto a settembre, sia per i beni alimentari (-0,1%) che per quelli non alimentari (-0,5%). Il mercato attendeva in particolare questa stagione (quella invernale e legata alle feste natalizie) per dare un boost rispetto ai mesi precedenti ma secondo le rilevazioni Ipsos per Federdistribuzione, il Natale 2022 sarà decisamente sottotono per le famiglie italiane: più di 3 italiani su 5, infatti, andranno verso la convenienza e il risparmio per combattere l’aumento dell’inflazione (ovvero dei prezzi dei beni di consumo e non). Significa taglio delle spese proprio nel settore alimentare e dunque calo di fatturato per le imprese.

In questa circostanza sono possibili, però, delle alternative valide per resistere a questo periodo.

M&A E NUOVE OPPORTUNITÀ

In generale il mercato italiano ha resistito fortemente alla battuta d’arresto dell’M&A (mergers and acquisitions) a livello globale. Fino a settembre di quest’anno, infatti, il settore dell’M&A italiano ha confermato i volumi del 2021 grazie a 800 operazioni pari a 56 miliardi di euro di valore.

Ma è senza dubbio il food & beverage il mercato che più di altri ha registrato i numeri più alti: i grandi fondi di investimento puntano alle aziende italiane appartenenti al settore alimentare (e subito dopo ai settori telecomunicazioni ed energia, high tech e luxury). Diventa dunque essenziale, in quest’ottica, la capacità di gestione di tali processi da parte del management aziendale, dal processo precedente e successivo all’acquisizione o alla fusione fino alla capacità di determinare le scelte d’acquisto e promuovere progetti capaci di dare nuovi stimoli e visioni all’azienda.

IL FOOD & BEVERAGE NELL’EXPORT

Impossibile non citare, poi, la capacità di imporsi sul mercato estero da parte dei prodotti made in Italy in particolare del settore food. A dispetto di uno scenario macroeconomico per certi versi incerto e in flessione molto forte, il food & beverage continua a espandersi all’estero, sia fra i mercati già matura che in quelli ancora tutti da costruire.

Esaminando il mercato globale, l’Italia risulta ancora leader quasi incontrastato nell’export di pasta (con una market share del 29%) e pomodoro in conserva (con una market share che arriva addirittura al 44%). Nel comporto vino, invece, il nostro Paese è secondo solo alla Francia grazie a una quota di mercato del 24%.

MINIBOND DELLE PMI FOOD & BEVERAGE

Come affermato in precedenza, anche al fine di fronteggiare grandi competitor e partner industriali interessati alla collaborazione con le nostre aziende, le imprese del settore food & beverage – prevalentemente piccole e medie imprese, come da nostra tradizione imprenditoriale – devono porsi nella posizione di ampliare la propria vision e cambiare in parte la propria cultura d’impresa.

Al fine di finanziare progetti più ampi e diventare più competitivi sul mercato – non solo nazionale – il canale bancario non è più l’unico e solo: fra gli strumenti alternativi di finanziamento esistono infatti i minibond, ovvero strumenti che puntano sulla componente obbligazionaria dell’impresa. Dopo la pandemia, proprio le PMI hanno continuato a cercare con più forza soluzioni adatte a gestire non solo i rischi in modo più limitato ma anche a trovare partner di mercato e industriali in grado di condividere progetti più ampi.

Il ricorso a tali strumenti, in questo quanto in altri mercati, appare a oggi una spinta propulsiva in grado contribuire alla crescita aziendale (e talvolta alla creazione di un vero e proprio brand).

In questo senso, a titolo esemplificativo, nel 2022 come ADB – Corporate Advisory abbiamo lavorato per Blooming Group all’emissione di minibond per 1.700.000 euro. Blooming Group Spa è la società totalmente italiana specializzata nel potenziamento della rete di punti vendita dei brand del settore food. È l’esempio di un grande brand profondamente inserito nel mercato italiano ma soprattutto nel settore alimentare e bevande capace di intuire i movimenti di mercato e cogliere subito le potenzialità di nuovi strumenti.

Si può ben affermare che il 2023-2024 saranno anni importanti per il settore food ma come per tutti i comparti sarà fondamentale la capacità del management di intuire dove andrà il mercato e quali saranno le migliori soluzioni per governarlo.

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