ADB Corporate Advisory è parte di

Private Debt 2022

Cos’è il private debt e quali sono i suoi vantaggi

Come suggerisce lo stesso nome, il private debt comporta un “debito” per la società emittente: si tratta di uno strumento finanziario di investimento di natura obbligazionaria e può essere emesso da società non quotate. Un tipico esempio di private debt sono i Minibond emessi dalle PMI oppure il direct lending, attività che consente alle imprese, comprese le PMI, di acquistare crediti commerciali o ottenere prestiti di medio-lungo periodo.

Il vantaggio del private debt, in particolare in questo momento storico complesso, è quello di rappresentare un’alternativa ad altre scelte più tradizionali come l’investimento in asset quali azioni o obbligazioni quotate. Per gli investitori che non hanno interesse nel rendimento immediato dell’obbligazione, il premio finale è significativo e risulta attrattivo per questo; di contro, per le imprese che emettono questi titoli obbligazionari, il private debt è una fonte di investimento immediata capace di non modificare il management e le scelte strategiche aziendali.

Ma vediamo meglio l’andamento che questo strumento ha registrato nel 2022 e il perché, per le nostre imprese, può rappresentare un punto di partenza per la ripresa.

I dati 2022: le performance del private debt e i fattori di crescita

Il mercato globale del private debt ha raggiunto un volume record. Secondo i dati KPMG, a livello global gli investimenti in private debt dello scorso anno ammontano a 1.900 miliardi di dollari.

La nota positiva, capace da sola di segnare un record e soprattutto un trend positivo anche in futuro, è la percentuale di aumento nel tempo: 15% in più rispetto all’anno precedente, il 2021. A trainare questa crescita, in particolare, il dinamismo del direct lending e di alcuni segmenti specifici di mercato.

Scendendo dalla prospettiva global a quella nostrana, il mercato private debt italiano ha raggiunto un volume di 267,8 miliardi di euro nel 2022, segnando un +2% rispetto al 2021 dove in particolare il direct lending ha segnato la crescita netta (60% del mercato italiano).

Ma quali sono stati in particolare i fattori di crescita del private debt? In primo luogo, si nota la ricerca di rendimenti maggiori da parte degli investitori. In un contesto di tassi di interesse non elevati e redditizi, strumenti di questo tipo attirano l’attenzione degli investitori. In secondo luogo, è evidente la sempre crescente complessità degli strumenti di investimento sul mercato: a fronte di operazioni di finanziamento sempre più difficili da comprendere e che richiedono l’intervento di investitori specializzati, il ricorso al private debt appare un ottimo compromesso.

Ma soprattutto, oltre a quanto detto, non bisogna dimenticare il periodo complesso che stiamo attraversando a livello macroeconomico. A fronte di un rischio sempre più elevato, date le variabili di instabilità dei sistemi Paese, la diversificazione delle fonti di finanziamento da parte delle imprese appare una – se non la migliore – strategia per non correre troppi rischi.

Gli investimenti delle imprese in materia di private debt

Se guardiamo il contesto italiano, in particolare, ciò che salta immediatamente all’occhio è la tipologia di investimenti che le imprese effettuano in materia di private debt. Secondo i dati raccolti da Aifi, il 58% degli investimenti in private debt sono volti allo sviluppo di programmi di crescita societaria. È un dato positivo, poiché segna la volontà, da parte delle imprese, di investire in crescita e aumentare la produttività dell’impresa. Non dimentichiamoci, però, di esaminare quel 72% di imprese che hanno utilizzato il private debt per operazioni di acquisizione (ovvero per acquistare altre imprese): un dato che apre scenari non ottimistici.

A livello geografico, si conferma lo status quo: è il nord Italia la zona che più di tutte attrae finanziamenti (oltre la metà del private debt) con un evidente sbilanciamento della Lombardia che da sola prende il 36% dei finanziamenti. Non è un caso, se vediamo quali sono i settori che più fanno ricorso a questo strumento: informatico e industriale su tutti.

Le prospettive future del private debt e i rischi

Il primo anniversario della guerra in Ucraina e soprattutto l’innesco di nuovi conflitti in Medio-Oriente non fanno ben sperare. Ci sarà, sicuramente, da attendersi un rallentamento nelle operazioni di private debt per una generale recessione economica. Proprio questa recessione potrebbe causare un aumento dei tassi d’interesse, cosa che potrebbe far calare di molto l’appetibilità di un investimento di private debt.  Oltre a queste variabili più “politiche”, esistono però anche dei fattori che potrebbero sostenere la crescita del mercato.

Come già detto in precedenza, la ricerca di rendimenti superiori da parte degli investitori continuerà a imperare anche fra la fine di quest’anno e il prossimo. Visti proprio i rischi che i conflitti e gli shock portano con sé, le imprese si troveranno sempre più a domandare finanziamenti per sostenere gli investimenti e i programmi di trasformazione digitale.

Ciò che resta di questa breve analisi rispetto al private debt sono però più le luci che le ombre: da una parte il trend positivo potrebbe associarsi a una congiuntura economica favorevole, nonostante tutte le difficoltà macro; dall’altra il private debt si è dimostrato di essere un asset class resiliente, capace di resistere alle incertezze del mercato. Ed è forse questo il plus più spendibile.