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M&A 2021: storia di un mercato da record

UNA CRESCITA (QUASI) INARRESTABILE 

Erano i primi anni 2000 quando la c.d. Internet Bubble scoppiava, accelerando di molto l’evoluzione tecnologica grazie, anche, a una sempre più aggressiva crescita delle operazioni di finanza straordinaria.

Sono ormai passati vent’anni e il mercato M&A non è più abitato solo da corporate buyers e pochi operatori finanziari: oggi il mercato di mergers and acquisition vede la partecipazione sempre maggiore di Private Equity, Venture Capital, Club Deal, Family Office, SPAC, Permanent capital, e altri investitori finanziari. È cioè un mercato che non è più possibile ignorare e spinge sempre di più verso l’innovazione digitale e iniziative societarie per il miglioramento del proprio rating ESG (Environmental Social Government). In breve: l’M&A è diventata una delle soluzioni predilette per la crescita del business.

Ne abbiamo ormai conferma grazie al nuovo “Rapporto Mergers & Acquisitions” 2021 e i suoi record pubblicato da KPMG. Il Rapporto evidenzia infatti come, nonostante l’elevato grado di aleatorietà derivante dal prolungarsi della pandemia, il 2021 ha registrato il massimo storico in termini sia di volumi (valore di USD 4.418 miliardi, +47% sul 2020) che di transazioni concluse con 48.984 deals (+31% sul 2020). Risultati che hanno spazzato via il precedente record registrato nel 2007 di USD 3.883 miliardi.

A livello globale, tali risultati sono fortemente impattati dai grandi deals firmati (+23%), operazioni domestiche (+36% in termini di valore) e dalla crescita di M&A cross-border (+80% sul 2020). Sono molti i fattori ambientali che hanno inciso su questa crescita generale: fra le altre cose, certamente, un rinnovato clima di fiducia nei confronti delle imprese, accompagnato da bassi livelli di inflazione e tassi di interesse che difendono, per così dire, le riserve di capitali disponibili. Questo ha alimentato la voglia di investire da parte di financial sponsors e fondi di Private Equity e Venture Capital.

Non è un caso che i settori più toccati siano stati, in termini di volumi, Retail&Consumer, TMT, Financial Services e Industrial – quest’ultimo in particolare impattato dall’operazione Peugeot SA e Fiat Chrysler Automobiles NV che si sono aggregate per formare Stellantis NV. Dov’è accaduto tutto questo? 

In termini geografici, secondo il Rapporto KPMG, ciò si è in particolare verificato in Francia (che ha registrato addirittura un +65% deals, +300% volumi) e UK (+55% deals, +77% volumi) oltre a Spagna e Germania.

M&A IN ITALIA

+38% di deals e +200% in termini di volumi: potendo fare una classifica del mercato M&A il nostro paese si piazzerebbe senza dubbio in un’ottima posizione, fra la Spagna (+49% deals, +98% volumi) e la Germania (+32% deals, +45% volumi). Numeri impressionanti per l’Italia che in soli 10 anni è passata da 329 operazioni per € 28 miliardi complessivi a volumi pari a € 100,4 miliardi (+128% sul 2020).

La vera domanda è cosa abbia favorito una crescita così impressionante nel nostro Paese. La risposta, secondo KPMG, è chiara: la credibilità dell’attuale Esecutivo ha dato stabilità all’intero sistema economico, in particolare grazie alla seria gestione della crisi sanitaria – che ha fatto recuperare in un tempo relativamente breve le attività manifatturiere – e alla capacità di non perdere l’occasione data dai fondi del PNRR. Quest’ultima circostanza, in particolare, ha determinato un boost impressionante dello sviluppo digitale in relazione ai processi di trasformazione dei modelli di business (giustificato dalle necessità derivanti dalla crisi sanitaria ma anche dalla ottimizzazione organizzativa di interi settori e filiere).

Non è un caso, sempre secondo KPMG, che anche le operazioni M&A cross-border nel nostro Paese abbiano registrato risultati da record: dal già citato asse Italia-Francia che ha dato vita all’aggregazione Peugeot – FCA in Stellantis NV per un valore totale di 19,8 miliardi all’operazione Luxottica SA che ha acquistato il 100% di GrandVision (società dei Paesi Bassi) per USD 7,2 miliardi o ancora l’acquisto da parte di Nexi SpA della danese Nets A/S per 6 miliardi USD. Tutte queste operazioni che vedono la presenza di una forte componente estera dimostrano la maggiore affidabilità del nostro sistema Paese e la rinnovata fiducia nei confronti dell’Italia, ritenuta affidabile per deals importanti e impattanti sull’economia.

Le stesse considerazioni appaiono valide se si studiano le risultanze in relazione al settore Private Equity dove il maggior numero di operazioni è stato effettuato da investitori esteri (un totale di € 9,5 miliardi ed 80 operazioni). A titolo esemplificativo si notano il megadeal Open Fiber SpA-Macquarie da € 2,7 miliardi e il passaggio del 37,5% di FiberCorp SpA, gestore della rete secondaria di TIM SpA, al fondo statunitense KKR Infrastructure per € 1,8 miliardi. 

LE OPERAZIONI PIEMONTESI

Anche a livello locale (e piemontese in particolare), il mercato M&A italiano riserva sorprese positive con 15 operazioni per il 2021 fra cui:

  • l’acquisizione di Nove S.p.A. da parte del conglomerato italiano di servizi pubblici, Iren SpA,
  • la cessione per circa € 39 M di una percentuale della società di AmicaFarmacia in favore della società per azioni Farmaè S.p.A.
  • L’acquisto di una partecipazione del 43% della società di marketing digitale Advice Group, detenuta da HAT Orizzonte SGR SpA, in favore di Tech2, società di proprietà di Metrika

2022: cosa aspettarsi?

Dopo i risultati sorprendenti del 2021, il 2022 si prospetta un anno certamente più complesso: un aumento dei tassi di interesse (con ricadute importanti sui valori dei titoli di debito pubblico e privato), crisi energetica e conseguente aumento dei costi delle attività produttive e distributive, maggiori preoccupazioni per i controlli regolamentari e Antitrust su fusioni e acquisizioni. Infatti, sono molti a intravedere un outlook negativo per l’Europa durante il 2022, con un ribasso di circa il 1,5% del mercato.

Eppure, nonostante tali previsioni, solo nel primo trimestre di quest’anno il settore M&A ha già registrato risultati in linea con il 2021, in termini di operazioni concluse. Nel Q1 del 2022 sono già stati 10.886 i closing registrati con un volume di USD 1,1 Miliardi (+23% rispetto al 2021).

Nuove tecnologie, scorporo di rami d’azienda per razionalizzare i portafogli, rafforzamento patrimoniale, partecipazione attiva dei fondi di Private Equity, attenzione verso ESG, attenzione verso settori quali Tecnologie, Pharma, Sanità e servizi assistenziali, transizione energetica: questi saranno i punti strategici del settore M&A per il 2022, i punti nevralgici che ci danno speranza per investimenti e crescita degli operatori di mercato.

Come sempre, saremo attenti a ogni operazione di mercato, studiando l’M&A per i nostri clienti e l’economia del Paese.

Possiamo fare molto per voi e la vostra azienda in materia di M&A. Per saperne di più contattaci.